www.tennis-time.ir - cavaldoro

La gestione delle pause nel tennis

Prendiamo spunto dal bel testo redatto dai maestri della Tennis Palladio 98 per aiutare, soprattutto i giovani atleti, a gestire un aspetto importantissimo in un match di tennis, le pause.

Il tempo effettivo di gioco in una partita di tennis è circa il 20% del tempo totale di gara. Le statistiche rivelano che i punti durano in media tra gli 8 ed i 12 secondi, mentre ci sono 25 secondi di pausa tra un punto e l’altro. In una partita di 1 ora e mezza si gioca a tennis soltanto per 20 minuti. La gestione dei tempi “morti”, 80% del tempo, diventa dunque fondamentale per il tennista.

Questa importante disamina ci mette di fronte ad un aspetto rilevantissimo, è infatti in questi frangenti che le distrazioni interne (pensieri ed emozioni) ed esterne (pubblico, genitori, rumori, avversario) si fanno strada nella concentrazione del giocatore.

Per questo quando finisce un punto è fondamentale che il giocatore abbia appreso un metodo per gestire la pausa in modo controllato e funzionale al gioco. In questa fase l’obiettivo principale è che corpo e mente si ricarichino velocemente, impedendo alle distrazioni interne ed esterne di influenzare negativamente la prestazione.

Partiamo dal corpo che per essere pronto ad un ulteriore sforzo, deve ricaricarsi per un lasso di tempo almeno doppio rispetto alla durata del punto appena terminato. La respirazione diaframmatica (e non toracica) aiuta a svolgere questo compito, contrastando la formazione di acido lattico che farebbe percepire all’atleta un senso di stanchezza sia muscolare che mentale.

Passiamo poi alla mente che per essere pronta al punto successivo, deve avere un pensiero positivo. Soprattutto dopo aver perso un punto o in una situazione stressante, tuttavia, la tendenza è avere dubbi e incertezze. In momenti così delicati è fondamentale impegnare la mente, indirizzandola verso “cose” attinenti al tennis, che richiedano poca attenzione conscia e che, ripetute centinaia di volte in allenamento, diventeranno delle abitudini o routines.

Qualche consiglio

Se si perde un punto per un proprio errore visualizzate quale sarebbe dovuta essere la traiettoria del colpo o la scelta da fare e subito dopo cancellate l’errore dalla mente, e ripassare il piano di gioco. Se si perde un punto per bravura dell’avversario fate un respiro profondo e cacciate fuori l’aria con un’espirazione violenta.

Se vincete un punto per merito vostro premiatevi ripetendo mentalmente “benissimo”, “forza”, “andiamo”. Se invece il punto lo vincete per un errore dell’avversario individuate comunque dei vostri meriti.

Terminato il momento della “pausa”, il giocatore deve prepararsi per il punto successivo attivandosi in maniera ottimale, ad esempio in risposta saltellare o provare a vuoto la risposta.

Tra un punto e l’altro esercitatevi a normalizzare e ad attivare il vostro corpo e la vostra mente. Così come non basta conoscere teoricamente un colpo per saperlo effettuare in partita, allo stesso modo conoscere la teoria della gestione mentale non è sufficiente se non è stata allenata con costanza in campo. Le abilità mentali vanno apprese, praticate ed allenate in un contesto stressante, il più vicino possibile alle condizioni di gioco reali.

ph archivio bruphoto