C’è il tennis, il padle, il pop tennis, lo squash, il beach tennis, il badminton … e anche il pickleball. Da noi ancora uno sport semisconosciuto, ma in America dove è nato a metà degli anni ’60, spopola. Il significato è un po’ strano perché vuol dire “palla sottaceto” e fu creata da William Bell Jr., Barney McCallum e Joel Pritchard.
In Italia
Se i numeri dell’America ci dicono sei milioni di praticanti e centomila tesserati e che anche Bill Gates è un appassionato giocatore, nel nostro Pese solo nel 2018, è stata fondata l’Associazione Italiana Pickleball (AIP) con sede in provincia di Pescara e in quell’anno venne ospitata a Montesilvano la prima edizione dell’Italian Open International Championships. Come per il padel il successo del pickelball sta proprio nelle facilità di imparare il gioco e di fare incontri divertenti e rilassanti, pur sempre facendo un’attività sportiva. Le partite di solito sono poco competitive mentre la socialità e movimento adatto a tutti sono alti.
Il campo e le regole
Il regolamento è simile a quello del tennis, ma ci sono importanti differenze che riguardano la pallina, la racchetta e il campo. Quest’ultimo, diviso da una rete alta poco più di 80 cm, misura 13,40 metri di lunghezza e 5,60 metri di larghezza per il torneo singolo e 6,100 metri per il doppio. Anche racchette sono più piccole e piatte e la forma rettangolare sostituisce quella ovale della racchetta da tennis, non ci sono corde il piatto è solido e senza buchi. L’impugnatura è più corta e più simile a quella del padel. Ma le differenze più grandi riguardano la pallina che ha la grandezza come quella da tennis ma è molto leggera e di materiale plastico, inoltre per evitare di essere vittima del vento nel gioco outdoor, ha dei fori sulla superficie.
Si può giocare in singolo o in doppio e la partita è vinta da chi totalizza 11 punti giocando al meglio dei 3 set, con scarto di due punti, quindi in situazione di parità sul 10-10 si prosegue ad oltranza. Si fa punto soltanto se si è in possesso del servizio.
Ogni metà campo contiene due parti uguali, l’area di servizio a destra e sinistra; e un’area di 2,13 metri a ridosso della rete la “kitchen” (cucina), che in pratica è una “no volley zone”, ovvero una zona del campo nella quale è vietato colpire la palla al volo. I punti si fanno se la palla rimbalza due volte nel campo avversario senza essere respinta, quando finisce in rete o oltre i confini del campo e quando l’avversario prende la palla al volo nella non volley zone.
Come si gioca
Come nel tennis, la battuta deve essere eseguita in diagonale, lasciando cadere la palla con una mano e colpendola con la racchetta da sotto e eseguendo il colpo non oltre l’altezza della cintura (come nel padel). Il servizio deve atterrare nell’area di gioco diagonalmente opposta a quella di battuta ma non nella “kitchen” o sulla linea che la delimita. E’ consentito un solo tentativo di servizio e non è previsto il ‘let’. In una partita a coppie, dopo il primo servizio sbagliato, sarà il partner ad avere la possibilità di riprovarci. Soltanto in caso di doppio errore, la possibilità di battere passerà alla coppia avversaria. Colui che serve, il battitore, continuerà il servizio, alternandone uno da destra e uno da sinistra, fino a quando non perderà il punto.
Ogni volta che si sbaglia la battuta, l’avversario ottiene il punto e il diritto a servire. In caso di servizio valido chi risponde deve far rimbalzare la palla non più di una volta, e anche chi batte deve lasciare rimbalzare la palla prima di colpirla nuovamente, successivamente è possibile effettuare le volèe.