Nel grande mondo del tennis c’è spazio anche per una disciplina un po’ diversa rispetto alla formula “tradizionale” con cui conosciamo il tennis. Cambiano le regole, i campi e le attrezzature e ovviamente anche il nome.
Il touchtennis
La sua nascita è relativamente recente, siamo agli inizi degli anni 2000 a Londra, e parte dall’idea di un padre che per facilitare i figli col tennis classico, comincia ad allenarli con delle palle di spugna e delle racchette più piccole.

Le caratteristiche
Le racchette sono più piccole, 21 pollici, le palline di spugna, di dimensioni maggiori rispetto a quella del tennis tradizionale, e cambia anche l’ampiezza del campo di gioco che è di 12 metri in lunghezza e 5 in larghezza. Non è solo un gioco di tocco, sono molto diffusi gli scambi in cui la potenza e la precisione prevalgono, è comunque un gioco faticoso e dispendioso a livello energetico.

Gare e punteggio
In Italia la diffusione di questa disciplina è moderata e ci sono poche strutture che lo ospitano, ma in altre parti del mondo si gioca con più continuità tanto che esiste un vero e proprio tour di tornei con montepremi che oscillano tra le 200 e le 1.000 sterline a cui arrivano tornei come il Belgium Open (Grand Slam), della Masters Cup e dei Championships di Weybridge.
Una match di touchtennis si gioca due set su tre ai 4 games, con tie-break sul 3 pari che arriva ai 5 punti. Tra le particolarità del punteggio, il let al servizio viene considerato valido e nel turno di battuta si può giocare una sola palla di servizio.
Le foto sono tratte dal sito di touchtennis Italy, una società con sede a Torino e Roma, che ha acquistato i diritti e la licenza per lo sviluppo e la diffusione di questo nuovo sport sul territorio italiano.