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Le donne del Plebiscito “agguantano” la salvezza

Domenica festosa per il club del Plebiscito, la gara di andata contro le romane dell’Eur, ha dato un risultato insperato. Cappotto contro le giocatrici dell’Urbe. Un 4-0 pesante che condiziona il passaggio “salvezza” delle padovane, alle quali basterà vincere un solo incontro domenica prossima a Roma.

Questo il tabellino. Giulia Crescenzi Pd-Lisa Sabino 6-3 6-1; Gloria Ceschi Pd-Benedetta Sensi 6-4 6-3; Federica Arcidiano e Gloria Ceschi-Lisa Sabino e Benedetta Sensi 6-4 6-3; Federica Arcidiacono Pd-Yvonne Cavalle 6-7 6-4 6-2.

Un campionato di spessore quello dell’A2 femminile persino più difficile di quello dell’A1. D’altronde si sa quello cadetto è il più duro, e lo dicono anche i numeri. In A2 ben 14 le squadre impegnate, contro le 8 dell’A1; in A2 25 le giocatrici straniere “arruolate” contro le 17 dell’A1 “costicchiano” e sono di meno. Ma il vero zoccolo duro è rappresentato dal movimento delle italiane, un centinaio quelle di A2 contro una cinquantina di A1, spiccano tutte le migliori, internazionalmente impegnate a giocare i tornei Wta e, non sempre presenti. Ecco anche perché i campionati a squadre di serie A si svolgono verso fine stagione. Per consentire lo svolgimento di tutti i campionati regionali di serie C e D, poi quelli di serie B1 e B2 fino al “gotha”.

Così da marzo a dicembre i team si scontrano per dar lustro ai loro club e dare l’assalto alle promozioni. Regolamenti che mettono in evidenza i giovani con partite a loro dedicate, ma anche esperienze tra le varie scuole sparse per tutto il territorio nazionale. Così si mettono in evidenza i virgulti delle Sat dei vari club, più o meno quotati. Tant’è che con il Tc Genova ci sono Musetti, Mager, Giannessi e Bolelli. Con il Santa Margherita Ligure Seppi, Fabbiano e Giustino fino ai nuovi davisman Sinner e Sonego che giocano per il Tc Italia del Forte dei Marmi di Lucca.

Insomma tutto il movimento italiano che prende fiato dai campionati individuali per categoria dalla 4^ alla 1^, passando per quelli d’età dai 12 fino agli under 18 e, non per ultimo quelli a squadre. Quest’ultimi, i campionati a squadre, per disputarli i club devono sobbarcarsi onerose trasferte, sospinti, solo dall’entusiasmo dei loro associati e, a volte, poche, con il contributo di qualche sponsor. Se vi fosse qualche contributo in più, la serie A1 femminile, potrebbe arrivare almeno a 16 squadre, contro le 8 attuali e, magari dividerle in più gironi. Lo stato di salute del tennis italiano è buono, ma vi devono essere obiettivi a più ampio respiro e, i campionati a squadre ne rappresentano sicuramente il suo tornasole.